L’edificio delle ex carceri è vincolato ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio sia sotto l’aspetto monumentale che sotto il profilo paesaggistico. L’edificio è stato acquisito da Edizione Srl nel 2013. Il progetto di restauro e di adeguamento funzionale è stato affidato a Tobia Scarpa, andando così ad aggiungersi ai vari altri incarichi affidatigli da Benetton Group, tra i più recenti dei quali vi è il restauro della Chiesa di San Teonisto, inaugurata alla fine del 2017. Il progetto di restauro, di tipo conservativo, ha preso avvio dalla necessità di consolidare e ripristinare tutti gli elementi dell’edificio, eliminando quelli impropri ed estranei all’organismo edilizio originario. Sin dall’inizio dei lavori, il restauro ha tenuto conto della nuova destinazione museale da dare agli spazi per garantire una qualità dell’ambiente adatta ad esporre opere d’arte e ospitare eventi culturali. Diventava inoltre necessario rendere il percorso facilmente fruibile. Nella prospettiva di un uso espositivo-museale, quindi, l’ostacolo principale era rappresentato dalla conformazione e dalla dimensione degli accessi originari alle singole celle: il traverso delle porte, impostato molto basso, obbligava a suo tempo i prigionieri ad un inchino forzato. Questo avrebbe costretto oggi il visitatore a piegare la testa ad ogni passaggio. In accordo con la competente Soprintendenza, quindi, si è ideata una soluzione ad hoc: sono stati aperti nuovi varchi, con altezza e larghezza adeguate, creando così un percorso parallelo al corridoio, sia al piano terra che al piano primo.
Contestualmente è stato realizzato anche il condizionamento di tutto l’edificio, approfittando dei nuovi varchi nei quali sono state inserite adeguate soluzioni tecnologiche per il riscaldamento e il raffrescamento. Contemporaneamente all’apertura dei nuovi varchi si è provveduto a realizzare percorsi verticali e orizzontali con un numero di uscite sufficienti a garantire il rispetto della normativa sulla sicurezza: in questo contesto è da sottolineare la presenza di un ascensore, per risolvere i problemi delle persone con disabilità, e della nuova scala parallela a quella esistente.
Si è voluto, per quanto possibile, salvare le pitture esistenti, che sono state restaurate. In particolare, oltre alle numerose scritte che indicavano il numero della cella o la funzione degli ambienti (infermeria, celle punizioni, e molte altre) si possono ora apprezzare, al secondo piano, la raffigurazione di Cristo conservatasi per la parte superiore e, sul muro opposto dello stesso piano, una raffigurazione della Madonna. Anche nello “studio medico”, sempre al secondo piano, è ben visibile un affresco con stemma araldico della città di Treviso.
Ricerca e testi a cura di Chiara Longhi per architetto Tobia Scarpa